#algarve #faro - la luce di #portogallo





#FARO e la luce

Case di un bianco splendente… dipinte con un pennello dorato su un cielo di un profondo blu. In un’armonia indescrivibile, il silenzio che mi sembrava musica… avevo voglia di sorridere, di perdermi in questo mondo che mi apparteneva, mi meravigliava, mi rendeva così felice! I giorni prima dell'arrivo in Algarve si erano allontanati - erano spariti in un buio impenetrabile, che copriva parzialmente i ricordi. Ma il passato prossimo non era più rilevante - il presente ed il futuro promesso da quella luce atlantica era tutto quello che mi interessava.

Non vedevo l'ora di percorrere tutta la città di FARO, che era diventata anche il mio faro, la mia luce e fonte di energia interiore incandescente. Scoprii la Chiesa del Carmo, con le torri tipiche portoghesi, il bianco immacolato ed il frontispicio dorato - sul fondo azzurro celeste. Forse quel giorno il cielo non era ancora così blu come nei giorni seguenti, ma per me era l'azzurro più bello che abbia mai visto… Dentro della chiesa - l’oro del Barocco, fuori - un esplanada che prometteva dei tesori architettonici uno più sorprendente dell'altro.
Com’è stato possibile concentrare in solo alcune ore l'energia di settimane? Neanche se avessi avuto delle ali non avrei avuto più velocità! Ispirazione, curiosità, felicità - sotto un sole lusitano che dona dell’energia vitale…



Le strade strette, le case bianche o di colori, piccoli negozi o ristorantini, tanti bar-café-bistro con delle terrazze e tanta gente locale prendendo un caffè assieme al delizioso ‘pastel de nata’. Era l'ora del pranzo, o meglio detto, del dolce dopo pranzo. Io decisi di prendere soltanto il dolce (rettifico: i dolci) ed il caffè nella Pastelaria Coelho.

Ambiente familiare, anche grazie alla lingua portoghese, il sentimento di essere a casa mia… gente calma, amichevole, piacevole. 30 minuti più tardi andai alla scoperta della cittadella. Prima però, l'attrazione del mare, della laguna si è dimostrata più forte di me - il paesaggio era ammirevole, le palme, le barche in deriva, le minuscole isole verdi della laguna che rendevano unica la vista…



Le mura della cittadella affrontavano il mare... fuori - un esempio di invincibile forza, dentro - un nido, un bianco borgo labirintico - il museo della città (che avrei visitato quella domenica), una galleria d'arte contemporanea, la cattedrale con la sua imponente torre dell'orologio, dei palazzi storici, delle case con giardini verdi a volte lussureggianti, ed i ristoranti tipici.



Mi fermavo catturata da un incantesimo che non avevo mai sentito - ho girato e giro ancora il mondo intero, però poche sono le volte che mi sono sentita così: i colori erano affascinanti - il bianco delle mura, i fiori violetti o rossi in discesa libera da qualche finestra di un primo piano. Nel borgo non c’erano delle case alte, ma per me la città aveva delle dimensioni pazzeschi.

Fuori dal borgo ho poi scoperto il mio posto preferito di tutta la città - dietro le mura e le arcate medievali c'era il Palazzo BELMARÇO e l'edificio dorato del Consolato di Brasile, in mezzo ad una piazzetta con dei café solari ed un incrocio - lì, dietro le mura, seduta su una panchina, all'ombra o nel sole, ammiravo il mondo, guardavo la vita svolgendosi intorno a me, eludendo il TEMPO.

Il porto azzurro, il café storico della città - Café Aliança (dal 1908!), le pasticcerie con gli squisiti dolci alla crema di uova o mandorla (l'orgoglio dell’Algarve), la trattoria “Petisqueira 3em Pipa” o i tantissimi ristoranti che esibivano il pesce fresco - FARO è un microcosmo incantevole… ma forse una delle mie scoperte più inedite è stato il parco-giardino Alameda, un paradiso verde, tranquillo, che aveva un’aria atemporale… gli alberi bellissimi, le fonti sussurrando ed i pavoni temerari che mi si avvicinavano - è stata la prima volta che ho potuto osservare quest’ucello reale così da vicino - a meno di 40 cm distanza!...



Ci sarei rimasta tutta una vita a Faro - che meraviglia, alzarti con la vista delle torri della Chiesa del Carmo, col sole e con l'azzurro del cielo, per poi scendere in città per prenderti un ‘galão’ (caffè latte) nella zona più frequentata e più viva di Faro, la via San Antonio, ad esempio al BaixaCaffe… andare a pranzo, come fanno tutti i portoghesi - o perlomeno così sembra, dato che le trattorie tipiche locali (non quelle turistiche!!) erano sempre piene a quell'ora. Ordinavo sempre la zuppa, il piatto del giorno (quasi sempre pesce, specialmente bacalao), un bicchiere di vino bianco e forse un dolce… chiacchieravo con la gente o col simpatico cameriere che dal mio accento mi pensava italiana... e guardavo la strada sorridendo... Questo viaggio mi ha ridato una tranquillità e una luce che pensavo spente nel tempo...

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