#guerrabosnia #serbia OGGI #condannamladic




SERBIA o l'Oblio del passato

Il processo dei Crimini della Guerra in Bosnia continua: L’Aja conferma oggi la sentenza di Slobodan Praljak e di altri 5 ex-comandanti delle truppe croato-bosniache. Jadranko Prlić (il capo del governo della Republika Herceg-Bosna) era stato già condannato a 25 anni di carcere, e Praljak a 20 anni (nel 2013)… però quando si legge la sentenza definitiva, Praljak sostiene di non essere un criminale di guerra e si avvelena… l'audizione viene interrotta… qualche ora più tardi, muore in ospedale...

Sono passati più di 20 anni dai massacri etnici degli anni ‘92-’95… tutto è successo qui, nel cuore dell’Europa, nei Balcani… purtroppo, una zona che per i suoi vicini appena usciti dal comunismo e per la Romania post-”rivoluzionaria” non era così importante come l’Europa dell’Ovest o gli Stati Uniti.

Per quanto riguarda l'epoca posteriore alla guerra che ha decimato i Balcani… si è aspettato un recupero, qualche miglioramento, come se il tempo avesse dovuto guarire tutte le ferite… però il tempo non è mai sufficiente, e come in tanti altri casi della storia, le apparenze di tranquillità non cancellano le tensioni latenti - anzi, queste permettono l’oblio del passato recente.  

Radko Mladic è stato finalmente condannato all'ergastolo il 22 novembre 2017 - il suo crimine era ormai conosciuto: GENOCIDIO contro i musulmani, i croati e altri cittadini non-serbi. Nonostante ciò, il presidente serbo Aleksandr Vucic, considera il verdetto “ingiustificato”, opinando che “si dovrebbe iniziare a guardare verso il futuro invece di annegarsi nelle lacrime del passato”. L'attitudine del governo serbo nei confronti del passato recente è ormai chiara.

CNN e BBC hanno trasmesso negli ultimi giorni diversi filmati e reportage del 1993, nei quali un arrogante Mladic affermava sorridente alla presenza della sue truppe e della stampa internazionale: “a noi piacciono i musulmani, ma non in tanto grandi quantità”.
Confrontato allora in una intervista CNN con le accuse degli USA, che lo consideravano un criminale di guerra, Mladic rispose che lui lottava “per difendere il suo popolo”... Il massacro, la purificazione etnica di Srebrenica è stata per lui una questione patriottica, essenziale per creare una Grande Serbia...

Il verdetto del Tribunale dei Crimini dell’ Iugoslavia aveva l'obiettivo di facilitare la riconciliazione nei Balcani e punire in modo esemplare le crimini della Guerra di Bosnia...
Nonostante ciò, la Serbia, vista come aggressore e accusata dalle organizzazioni internazionali per i diritti umani di atrocità ad una scala superiore a tutti gli altri nemici di allora, non ha mai assunto la responsabilità per i crimini commessi nel nome del popolo serbo… in altre parole, non ha mai riconosciuto la propria colpa...



In più, gli analisti politici osservano la tendenza della Serbia di tornare al nazionalismo predominante negli anni ‘90, accogliendo a braccia aperte associati di Slobodan Miloševic - come ad esempio l'ex-generale Lazarevic, chi è stato condannato a 14 anni di detenzione per la deportazione forzata di più di 700.000 di albanesi in Kosovo e (prematuramente) rilasciato in 2015, quando venne ricevuto come un eroe dalle autorità serbe.

In ottobre 2017, Lazarevic fu anche invitato a tenere una conferenza per i cadetti dell'Accademia Militare di Belgrado - l'argomento è stato “L’eroismo e l'umanità degli soldati serbi nella difesa di fronte all'aggressione NATO”.

L’Unione Europea si è opposta ad un tale iniziativa, però il Ministro della Difesa Aleksandr Vulin non condivide una tale visione: in ottobre, egli ha comunicato ad un gruppo di veterani il fatto che la Serbia non abbia più ragioni di vergognarsi di ufficiali come Lazarevic… tutto ciò nonostante il fatto che la Serbia sia uno stato candidato UE...

I Balcani sono giustamente chiamati “la polveriera dell'Europa”... una zona da tempi immemori influenzabile politicamente, caratterizzata da un'instabilità proverbiale.
Il vuoto di potere lasciato dallo spezzamento dell’Iugoslavia attrae ancora degli interessi e delle forze politiche opposte.

Secondo New York Times, la Russia ha nella Serbia un alleato sempre più ricettivo: Serbia è l’unico stato fuori dalla Ex-URSS che gode di un accordo di libero commercio con Mosca, e allo stesso tempo, rappresenta il candidato UE con la posizione pro-russa più positiva, declinando l’applicazione delle sanzioni imposte per la situazione dell'Ucraina.

Ufficiali della UE condannano il gioco doppio di Belgrado, che intrattiene tanto un partenariato con Bruxelles, quanto uno con la Mosca, l’obiettivo essendo la massimizzazione proprio profitto…
Gli Stati Uniti, rappresentati da Hoyt Brian Yee (Affari Europei ed Eurasiatiche), hanno sollecitato in ottobre una decisione finale della Serbia: Est oppure Ovest ? La reazione di Vulin ha sottolineato e reiterato la libertà di decisione della Serbia, che “decide senza prendere in considerazione l’importanza di coloro che pensano di poter decidere per noi”.

Il New York Times cita alla direttrice del Centro degli Studi Euro-Atlantici di Belgrado, Jelena Milic, secondo la quale la propaganda russa abbia influenzato il modo nel quale il governo serbo presenta le riforme democratiche chieste dalla UE: queste vengono rappresentate come “pressione” esercitata da Bruxelles, visione che permette ai politici serbi di travestire la resistenza in patriotismo.

Ovvio è che Serbia deve scegliere prima o poi: la combinazione tra l'apparenza europeo-progressista e gli obiettivi puramente nazionalisti non è né convincente, né sostenibile...

Il nazionalismo guadagna sempre più terreno in un paese che desidera offrire ai suoi cittadini un motivo per esserne fieri, per compensare le innumerevoli carenze...

Belgrado è una città che ignora gli errori passati e continua con superbia a far vivere i suoi cittadini, nutrendoli con illusioni di un passato eroico e di un futuro prospero… a prima vista, si fa fatica a credere che Serbia sia colpevole di una tale tragedia... è davvero questo il posto dove Miloševic ha ideato le sue atrocità ?... com’è possibile che in un paesino scordato dal mondo ci sia una scuola col nome di Radovan Karadzic, considerato eroe locale ??… è vero che a Belgrado ci fossero delle persone desiderose a chiamare un viale “Radko Mladic”, conservando così il suo ricordo per i posteri… ad aeternum… Queste sono delle domande retoriche… L’apparenza così europea del Belgrado inganna veramente…

Mentre Sarajevo... si intestardisce a continuare ad esistere, conservando però dappertutto il ricordo dei crimini di guerra: le orme di pallottole sui muri di alcuni palazzi, la Fiamma Eterna nel centro nuovo… o Veliki Park, dove si trova il monumento in memoria dei bambini uccisi durante l’assedio della città: si tratta di una fontana  che simbolizza una madre proteggendo il figlio, il bacino del quale è stato fabbricato dal bronzo delle cartucce raccolte nei dintorni... C’è anche la statua “Nermine, dođi” (= “Nermin, vieni”) dello stesso scultore, Mensud Kečo - l’opera rappresenta a Ramo Osmanović gridando e supplicando suo figlio, Nermin, di arrendersi all’esercito serbo… i corpi dei due sono stati trovati in una fossa comune presso a Srebrenica…



Eppure, il presidente Vucic ritiene che la condanna di Mladic sia un atto “ingiustificato”!...

A Belgrado ed a Sarajevo, ma anche in Germania ho conosciuto delle persone che hanno vissuto o hanno partecipato alla guerra - tutti conservano un ricordo molto vivo di quei tempi, ma la maggioranza non ne vuole parlare...

Né il silenzio, né il tempo sono delle soluzioni… ed il nazionalismo esacerbato tanto di moda adesso non è una panacea… per nessuno.
Così come le conseguenze della Seconda Guerra Mondiale sul territorio iugoslavo hanno contribuito all'attitudine e le atrocità della Serbia negli anni ‘90, il fatto di negare e ignorare la propria colpa nella Guerra di Bosnia non potrebbe mai portare ad una convivenza pacifica nei Balcani.

Comments

Popular posts from this blog

Die #Welt und das #Virus : die #coronazeiten in #europa

#cipru #nicosia #lefkosia & #lefkoșa

Traveling to #cyprus & #larnaca